7.11.07

Sbatti il lutto in prima serata

7/9/2007 ore 9:10 La coda di persone in attesa di porgere un ultimo omaggio ad Enzo Biagi

Molti stanno aspettando da più di mezz'ora, non si capisce perchè la camera ardente sia ancora chiusa. Probabilmente le televisioni presenti ritengono che una bella coda in attesa sia un buono sfondo per le proprie inutili interviste. Diversi tele-avvoltoi si aggirano con il loro codazzo di cameraman e tecnici importunando chi vorrebbe solo salutare per l'ultima volta una persona cara. "Cosa ricorderà di quest'uomo?" "Qual'è il significato della sua presenza quì?"
Che senso hanno domande come queste? Come si può rispondere nel breve spazio concesso dal telegiornalismo? Soprattutto che senso ha rispondere?
Un uomo è morto. Altri uomini che lo hanno stimato vanno ora a porgere un omaggio alla sua salma. Questo è ciò che sta accadendo. Ciò che ognuna di quelle persone prova è un fatto strettamente privato e non è sicuramente questo il modo ed il luogo per estorcere patetiche dichiarazioni di stima ed affetto.
Se veramente questi giornalisti fossero stati interessati a raccontare i sentimenti di chi era lì stamattina sarebbe bastato loro passare dieci minuti in quella stanza ieri sera, quando non c'era nessuno, al termine della prima giornata di apertura della camera ardente.
Avrebbero potuto leggere con calma le parole che tanti hanno lasciato nei libri delle firme dei visitatori. I sentimenti che vi avrebbero trovato sono molto semplici: gratitudine, rispetto, affetto. In quelle pagine Biagi è ringraziato per i suoi insegnamenti, per il suo modo di fare vero giornalismo e di spiegare il mondo che ci circonda. E' salutato da molti come un Maestro, come una persona dalla grande dignità ed onestà. E' ricordato con tutto l'affetto e la commozione, che la sua umanità ha saputo ispirare.

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